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La Repubblica - Torino, arriva il guru dell’economia circolare McDonough: “Basta sprechi, vince il riuso”

“Bisogna anteporre il prefisso 'ri', le stesse iniziali della parola risorse, alle nostre azioni, dal riciclo al riutilizzo. E inserire sempre più il concetto di 'meno': meno inquinamento, meno acque contaminate, meno ingiustizie. Mi considero un designer biologico, scelgo i materiali che non danneggiano il suolo: solo un suolo in salute fa crescere alberi sani". William McDonough, architetto americano tra i massimi esperti di design sostenibile, è la star della due giorni che Torino dedica all' "economia circolare", in occasione della Green Week Europea.

Invitato da Agroinnova, centro per l'innovazione agroalimentare dell'Università di Torino diretto da Maria Lodovica Gullino, Donough terrà una conferenza martedì alle 17.30 a Torino Incontra dal titolo "Designing the Circular Economy"; seguirà un incontro alle 20 al Circolo del Design con giovani architetti e designer, quindi una cena ai Magazzini Oz. Il tutto preceduto, lunedì sera alle 21 al teatro Carignano, da "Emphasis per l'ambiente", spettacolo per far conoscere il ruolo della salute delle piante nella tutela dell'ambiente: sul palco Laura Curino e lo stesso McDonough.

Architetto e imprenditore, McDonough vive negli Usa ed è autore di vere e proprie "icone", dalla Casa di ghiaccio, esposta all'ultimo World Economic Forum di Davos, alla Sustainable Base della Nasa in California. Nel 1999 Time gli ha dedicato la copertina, definendolo "Hero for the Planet ".

McDonough, lei verrà a Torino per parlare di economia circolare. In che cosa consiste?
"E' abbastanza semplice. Un tempo si produceva, si consumava e quello che restava lo si buttava via. Adesso facciamo in modo di riusare e non buttare via niente. In questo è importante il ruolo del designer biologico, che nel rispetto dell'ambiente deve scegliere materiali sicuri, che tornino al suolo secondo filiere circolari. Anche i prodotti industriali possono tornare all'azienda ed essere reinseriti nel ciclo produttivo: insomma, bisogna eliminare il concetto di rifiuto".

Il mondo è pronto per cambiare mentalità?
"Sì. Si sta già cambiando mentalità e le teorie della 'circular economy' si stanno diffondendo. Per fare un esempio, oggi i tappeti possono essere realizzati in diversi paesi con elementi sicuri e riciclabili. Così, se si vuole sostituirne uno o cambiarne i colori, lo si rimanda alla manifattura che creerà un nuovo tappeto. Tutta un'altra questione se lo si butta via".

Che cosa si fa negli Usa?
"Parlo per me: io progetto edifici e presto molta attenzione ai materiali da utilizzare, che devono essere biologici per tutelare la salute e l'ambiente".

E in Italia?
"L'Italia ha una tradizione antica nel campo dell'agricoltura, un settore in cui la circolarità è sempre esistita: i contadini sanno da generazioni che devono riciclare e restituire i materiali al suolo. Ci sono buoni designer da voi: il vostro è un Paese che può applicare bene le teorie di cui stiamo parlando".

Lei porterà qui tra l'altro il design "cradle to cradle", dal titolo di un fortunato libro da lei scritto nel 2002 con il tedesco Michael Braungart. Ci spiega che cos'è?
"Con questa espressione si vuole spiegare che se un tempo, parlando del ciclo vitale, si diceva 'dalla culla alla bara', oggi si deve intendere 'dalla culla alla culla". Le manifatture producono e mandano in giro i loro prodotti, che con il riuso tornano alla fase iniziale, alla culla appunto. Si deve dare nuova vita alle cose, in un senso circolare".

Conosceva già Torino?
"Ci sono venuto nel 1969, quando avevo 18 anni, durante un viaggio in Europa, l'ho trovata bella. E sono tornato qualche mese fa a trovare un amico che vive qui: mi ha portato in giro con fierezza, mostrandomi architetture e monumenti. Ho incontrato poi la professoressa Maria Lodovica Gullino, docente e studiosa del benessere delle piante, che mi ha invitato a partecipare all'iniziativa di Agroinnova. Apprezzo il lavoro che fa, per questo ho accettato l'invito. Questa è la terza volta che vengo a Torino".

Che cosa si può fare, nella vita quotidiana, per dare un contributo alla sostenibilità?
"Due cose. Intanto non sprecare e utilizzare solo quello che serve, facendo attenzione a non eccedere nel packaging con la plastica. Poi essere attenti nel riciclare, sapendo quante cose si possono fare con i materiali riutilizzati, addirittura i mobili. L'Italia in questo è avvantaggiata, perché ha una ricca tradizione nel design e nel cibo: può muoversi bene e con eleganza, ottenendo incredibili risultati".

Cosa dirà ai giovani la sera  in cui li incontrerà?
"Dirò loro che vivono in una bella città, con un buona università e un design di qualità. Allora si devono chiedere: come possiamo preservare tutto questo? Dove stiamo andando? E che cosa intendiamo fare? Si deve trovare un senso in quello che facciamo. Alla gente, e soprattutto ai giovani, voglio parlare di bellezza e verità, invitandoli a fare cose nuove e a dare speranza ai bambini attraverso il design".

http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/05/27/news/arriva_il_guru_dell_economia_circolare_mcdonough_basta_sprechi_vince_il_riuso_-140744790/



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